(Parma, 1657 - 1734) Il Doge Francesco Morosini in battaglia Olio su tela,...

(Parma, 1657 - 1734)
Il Doge Francesco Morosini in battaglia
Olio su tela, cm 61X70

Ilario Spolverini si formÇý con Francesco Monti detto il Brescianino delle battaglie ed Çù ipotesi alquanto plausibile un suo precoce viaggio a Firenze, dove potǸ studiare le opere del Courtois e del Reschi, a cui attinse per formare il proprio stile. Una volta affermatosi professionalmente, dai primi anni Novanta il pittore beneficiÇý della familiaritÇÿ del duca Ranuccio Farnese. Subito dopo, le fonti ricordano il viaggio a Venezia, dove fu chiamato dal Doge Francesco Morosini desideroso di veder illustrate su tela le sue imprese belliche contro turchi. Purtroppo, dei quadri compiuti in tale occasione non abbiamo piÇû testimonianza, anche se al Museo Correr si possono ammirare alcune tele del Monti e del Simonini ivi realizzate. Comunque, la traccia piÇû significativa di questo soggiorno si percepisce assai bene nelle opere successive, caratterizzate da cromie e stesure piÇû sciolte e raffinate. Si rivela di conseguenza importantissima la scoperta della tela in esame, che visto lo stile quanto mai tintorettesco e il tema raffigurato, si potrebbe considerare quale unica traccia delle opere commissionate dal Morosini. La scena mostrando una eccezionale vivacitÇÿ cromatica e narrativa sembra ben anticipare i celebri Fasti Farnesiani tutt'oggi conservati nel Palazzo ducale di Piacenza e la scelta di tali nuovi valori cromatici di spiccata ascendenza tonale e l'adozione di caratterizzare le figure a macchia, evidenzia altresǪ gli echi e le suggestioni desunte da Sebastiano Mazzoni e Francesco Maffei.

Il dipinto Çù corredato da una scheda critica di Giancarlo Sestieri.

Bibliografia di riferimento:
E. Riccomini, I Fasti, i lumi, le grazie. Pittori del Settecento parmense, Parma 1977, ad vocem
S. Pronti, Il Palazzo Farnese a Piacenza, La Pinacoteca e i Fasti, Milano 1997, ad vocem
G. Sestieri, I pittori di battaglie, Maestri italiani e stranieri del XVII e XVIII Secolo, Roma 1999, pp. 138-144 e 480-489